Quante volte mi sono sentita dire “Ma una sculacciata ogni tanto non fa male a nessuno?”, “Io ci sono cresciuta e mica sono rimasta traumatizzata!”, oppure “Quando ci vuole ci vuole, un bambino deve capire quando ha superato il limite”.
Scrivo questo articolo per cercare di dare una risposta, quanto più possibile chiara, a queste domande sempre più frequenti. Credo che viviamo in un epoca in cui una delle nostre preoccupazioni maggiori sia quella di perdere il “controllo” sui nostri figli e vorremmo tutti avere la bacchetta magica per risolvere ogni problema senza fatica. Purtroppo questa non esiste e crescere un bambino è in assoluto una delle attività più faticose che viene richieste agli essere umani, perché non ci sono pause di riflessione, non ci sono ferie o vacanze: dal momento in cui nasce un bambino nasce anche un genitore e sarà un genitore H24, tutto il giorno , per ogni minuto.
Non esistono scorciatoie, la via migliore è sempre quella più lunga e faticosa, spesso faccio un paragone tra i genitori e i pasticceri: crescere un bambino è come fare una meringa, non esistono trucchetti magici, non ci sono altre possibilità che montare benissimo e alla giusta temperatura quei cavolo di albumi, cuocerli lentamente con pazienza e aspettare e aspettare e aspettare…
Ecco, utilizzare una bella sculacciata è esattamente come voler utilizzare una scorciatoia, come tentare di arrivare in cima ad una vetta prendendo un sentiero più corto che poi, quando siamo arrivati in cima, siamo più stanchi perché alla fine il percorso era tutto in salita. Oppure, tornando al paragone col pasticcere, è come se volesse fare una meringa cuocendola temperatura alta per fare prima, sarà inevitabilmente cotta fuori ma cruda dentro.
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