Vicino alla soglia dei 40 posso dire con onore di aver cambiato tante delle idee che fino a pochissimo tempo fa ero convinta sarebbero rimaste ancorate li come cozze su uno scoglio.
Potrei stilare un elenco lungo come le tavole di Noè, che andrebbe dall’avversione per tofu e seitan reintegrati a pieno titolo sulla mia tavola e arriverebbe fino all’utilizzo smoderato e quotidiano dei social network, che mai avrei pensato potessero entrate nella mia vita.
In mezzo a questi c’è anche la considerazione che avevo delle fasce portabebè.
Il primo e ultimo approccio con le fasce era stato ai tempi della prima gravidanza, quando avevo scoperto che si trattava di metri di stoffa da gestire: le avevo guardate immaginandomi come un salame avvoltolato insieme alla povera figlia sventurata. Risultato: escluso a priori senza neanche provarlo, con l’idea che le “mamme fascianti” fossero delle pazze che, pur di tenere il figlio attaccato, si sottoponevano alla tortura della fascia.
Sette anni e due figlie dopo, non solo ho cambiato idea, ma rimpiango amaramente di non aver provato. Sono convinta che, se lo avessi fatto, alcuni momenti sarebbero stati molto più semplici e godibili.
Mi rivedo sulle ripide stradine di Corfù col passeggino, imprecando tra uno scalino e l’altro o sul lungomare di San Bendetto, sola, con una neonata e una bambina stanca da far camminare. Avete mai provato a trascinare per qualche chilometro un passeggino con dentro sei mesi di cicciottezza (modo elgante per non dire sei mesi e otto chili) e arrampicati sulla pedana quattro anni di sostanza (modo elegante per non dire 4 anni e 25 chili) ? Bravi, non fatelo!
Non solo, ripenso alle notti passate a tenere in braccio Linda riposseduta dalle coliche con conseguente schiena devastata, tanto quanto la povera dopo tre ore di pianto.
E vogliamo parlare di tutte le volte che ho trasportato ovunque Gloria in braccio che, fin da piccolissima, voleva guardare da vicino tutte le cose che facevo? Se a sei mesi pesava otto chili…fatevi un po’ i conti!!!
Molti dei miei problemi sarebbero stati risolti con l’utilizzo della fascia che, ora so e sono convinta, è un perfetto strumento per agevolare la vita delle mamme che possono permettersi scarpinate in montagna, giri alle fiere e passeggiate senza ansia e con la schiena integra.
Ho conosciuto Marta, consulente di Baby Wearing Italia che probabilmente è la mia perfetta antitesi, io sempre agitata, di corsa, emozionata, appanicata…lei sempre calma, serafica, con una soluzione ad ogni problema. Grazie a Marta ho consolidato quello che prima era solo un pensiero ed ora una consapevolezza: portare i bambini in fascia è comodo, pratico, rispettoso della fisiologia e delle esigenze di attaccamento dei nostri figli.
Ho scoperto che le fasce sono di diverso tipo, in base al tessuto e alla grammatura.
Ho scoperto che un neonato può anche essere allattato in fascia con tutti i confort del caso.
Ho scoperto che portare non è faticoso, molto meno di altri sistemi di trasporto.
Ho scoperto che i marsupi sono deleteri per la colonna vertebrale del bambino (e probabilmente anche della mamma!).
Ho scoperto che le fasce sono bellissime e coloratissime.
Ho scoperto che sono molto utili in caso di coliche e reflusso.
Ho scoperto che sono un ottimo strumento per sostenere un attaccamento sicuro.
Ho scoperto insomma che se l’avessi usata avrei fatto proprio bene!
Per tutti questi motivi ho deciso di promuovere il portare in fascia come Easy Mum: dal mese di maggio sarà presente una fascioteca, gentilmente fornita da Marta, per permettere a tutte le mamme di conoscerle, prenderle in prestito e provare ad usarle.
Ah già dimenticavo…con la fascia ci si può anche muovere! Il 6 maggio venite a provare come si sta a portare il vostro bimbo e muoversi dolcemente a ritmo di musica.
Vi aspetto!
P.S. Le foto di questo post provegono proprio dall’album di famiglia di Marta…secondo me sono sufficienti da sole a convincere chiunque a provare!
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