Le bomboniere…ma c’è qualcuno che pensa che siano utili e necessarie???!!!
Eppure ogni cerimonia, che tale si voglia definire, ne sfoggia di ogni tipo.
Se ripenso a quelle scelte nei lontani anni ’80 dai miei genitori…no, meglio che non ci penso! La prima era un posacenere bagnato d’argento che orrendo è dir poco, ma l’altra era la summa maxima del kitsch: un portagioie enorme con il busto di una pseudo Cher in ceramica con tanto di capelli ricci e cappello. Avrei messo la foto, ma era così bella che, pensate un po’, in casa dei miei non c’è più!
Ricordo perfettamente la vetrina di Zia Lucia che conservava tutte le bomboniere di nipoti e parenti, esposizione affettuosa di ricordi passati, che guardavo con stupore e meraviglia pensando che io non sarei mai riuscita a tenere tante cose “inutili”. Lo confesso, io faccio parte della categoria di quelli che…di quelli che i confetti se li mangiano, di quelli che che se l’oggetto è utile lo usano e se è inutile….non so più dove l’ho messo!
Quando è arrivato il mio turno, con il matrimonio, la mia prima reazione è stata “mai e poi mai sperperare per le bomboniere!”. Poi ho realizzato che sarebbe stato carino che gli ospiti avessero un ricordo di quel giorno che li facesse sorridere quando lo vedono e così mi sono data da fare.
Primo pensiero: le faccio io a mano…bocciata all’unisono da chiunque abbia mai avuto a che fare con le mie creazioni handmade.
Secondo pensiero: metto i confetti a disposizione in grandi cesti …bocciata subito come poco elegante.
Terzo pensiero: faccio un giro nei negozi appositi…bocciata al primo preventivo del primo negozio.
Ultimo pensiero: ma come ho fatto a non pensarci prima…le bomboniere del Commercio Equo e Solidale!
Alla fine ho comprato tutto alla Bottega del Commercio Equo e assemblato dei piccoli segnaposto con confetti e segnalibro di carta fatta a mano fairtrade.
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